Che l’esercizio fisico sia da considerare un vero e proprio farmaco ormai è un concetto ben radicato in letteratura e ormai concretizzato anche nella sua prescrizione in ambito preventivo e terapeutico. Gli studi che per primi hanno indagato i vari effetti dell’attività fisica sull’organismo o sui fattori di rischio per patologia hanno sempre dapprima preso in considerazione l’attività aerobica. I pesi sono sempre stati circondati da un alone di sospetto ed indagati in seconda battuta. In realtà l’attività contro resistenza, che è stata portata alla ribalta soprattutto dagli studi sulla sarcopenia e l’osteoporosi, oggi si trova al centro di tutta una serie di evidenze scientifiche. L’attività anaerobica è fondamentale nel portare adattamenti che influenzano positivamente il nostro organismo durante tutta la durata della vita del soggetto. Vien da sé che non dovrebbe mai essere accantonata. La forza è correlata con l’aspettativa di vita in salute secondo molti studi e mantenerla è fondamentale per svolgere le attività di vita quotidiana. Se è più difficile mantenere la massa in un anziano è comunque possibile allenare la forza. Questo tipo di allenamento influisce ovviamente anche sul metabolismo osseo favorendo la prevenzione dai fenomeni osteoporotici. Ma mantenere una corretta muscolatura è fondamentale anche per influenzare il nostro metabolismo basale che dipende criticamente da essa. I soggetti obesi hanno scarsa massa muscolare in rapporto alla quantità di grasso configurando tutta una serie 犀利士
di dismetabolismi, ma anche i soggetti magri possono, in virtù di una insufficiente massa muscolare, andare incontro a questi fattori di rischio (obesi normopeso). Studi recenti suggeriscono di inserire l’allenamento coi pesi per i soggetti diabetici, cardiopatici, dismetabolici etc. Persino la pressione arteriosa, un taboo per l’allenamento contro resistenza, è stata vista migliorare con questo approccio. Ma il muscolo è da considerarsi ormai un vero e proprio organo endocrino. Esso produce tutta una serie di fattori che e vanno ad influenzare le aree del cervello coinvolte nel meccanismo di neuroplasticità formando nuove sinapsi in funzione di stimoli derivanti dall’ambiente esterno. La dilagante inattività si pensa abbia prodotto un calo del tasso di neuroplasticità di queste zone. Gli esercizi contro resistenza andrebbero a migliorare questa situazione tanto che potrebbero essere inseriti nel trattamento delle sindromi depressive e dei deficit cognitivi. Anche i pesi, come altri tipi di allenamento, migliorano anche la sopravvivenza nei casi di cancro calando la mortalità del 33% secondo alcuni studi e potrebbe essere prescritta come coadiuvante nel trattamento di numerose patologie dei giorni nostri.